Chi non li conosce non li eviti; sto parlando di questi 5 dischi di progressive rock che forse non tutti conoscono, ma che varrebbe la pena di ascoltare.
Stiamo parlando di band che nel corso della loro storia hanno pubblicato un solo disco, oppure band molto recenti che ti sono sfuggite; insomma 5 dischi di progressive rock + 1 che dovresti tener presente, ovviamente se ami questo genere musicale.
Va altresì detto che molti di questi vinili sono praticamente introvabili, sto parlando di edizioni originali, soprattutto quelli degli anni 70, quando al tempo ne venivano magari stampate poche centinaia. Però esistono ristampe o edizioni più recenti, e alcuni di questi dischi si possono ascoltare anche su piattaforme di musica streaming.
Prince Faster
5 dischi di progressive rock
Iniziamo con un batterista giapponese incredibile, finiremo però con una sesta sorpresa.
Akira Ishikawa & Count Buffalo – Uganda (1972)
Straordinario album di jazz/afro rock uscito nel 1972
Akira Ishikawa è stato un dotatissimo batterista giapponese attivo negli anni 60/70.
Inizia a suonare nei primi anni 60 con Shin Matsumoto e New Pacific, ha suonato con Toshiyuki Miyama e the New Herd; nel 1964/65 ha registrato con Miyama Modern Jazz Highlights e Modern Jukebox. Dalla fine degli anni ’60, ha registrato a suo nome, pubblicando Soul Session (1969) e The Gentures in Beat Pops (1970), e nel 1972 scrive “Uganda” un piccolo capolavoro dimenticato che ancora oggi risulta assolutamente attuale, e per le tematiche socio politiche e per la struttura del disco stesso.
Il disco originale ad oggi è introvabile.
Nel 1975 esce “Get Up!” dove però la musica cambia e il batterista giapponese si dirige su territori jazz rock e fusion.
Island – Pictures (1977)
Formazione svizzera, fecero solo questo album e gli bastò, anche perché risulta essere un vero e proprio gioiello, uno stranissimo incrocio tra il mondo degli tra E.L &P e oscure sonorità quasi jazz rock.
Il disco originale, che conteneva 3 tracce sul lato A, e due sul lato B, è introvabile.
Line-up:
– Benjamin Jäger / lead vocals, percussion
– Peter Scherer / keyboards, bass pedals, crotales, voice
– René Fisch / saxophone, flute, clarinet, triangle, voice
– Güge Jürg Meier / drums, gong, percussion
Gnidrolog – Lady Lake (1972)
Questo è stato il secondo disco dei Gnidrolog, ma il disco fu un totale fallimento.
Uno strano misto tra progressive rock e jazz, il tutto risulta molto rudimentale, ci sono brani però che valgono tutto il disco, che detto tra noi non è niente male.
La band dopo questo incredibile insuccesso si sciolse.
Il primo album “….In Spite of Harry’s Toenail” usci solo qualche mese prima, un album decisamente sperimentale e per l’epoca davvero un apripista del suo genere.
Verbal Delirium – Conundrum (2022)
Ebbene si, anche nel 2022 si trovano dei gran dischi di prog rock.
Loro sono greci, di Atene e qui le connotazioni musicali sono, ovviamente, un pò diverse; si passa dal neo prog, al metal con inserti psichedelici, c’è anche da dire che la struttura musicale è davvero notevole, e i Verbal Delirium scrivono davvero bene.
La band si è formata nel 2009 ed hanno all’attivo quattro album.
Birds And Buildings – Bantam To Behemoth (2008)
Ultimo dei 5 dischi di progressive rock è questo.
Stati Uniti: Birds And Buildings sono una delle formazioni della scena Jazz Rock/Prog americana più interessanti; “Bantam To Behemoth” è forse uno dei più bei dischi degli anni 2000. Nel 2013 la band ha pubblicato “Multipurpose Trap” da allora non se ne sa più nulla.
Line Up:
– Dan Britton / vocals, keyboards, guitars
– Brett D’Anon / guitars, bass
– Brian Falkowski / saxophones, flute, clarinet
– Malcolm McDuffie / drums
Ascoltalo in qualità cd.
Fuori dalla lista
Oriental Sunshine – Dedicated To The Bird We Love (1970)
Il mondo fricchettonico degli anni 70 è proprio tutto racchiuso in questo folle, quanto singolare album degli Oriental Sunshine.
Sitar, bonghi, flauti, voci fiabesche e racconti psichedelici sono il menù di questo unico disco di questa band norvegese.
L’album originale, avendo qualche centinaio di € lo si trova, tenete presente che ne vennero stampate pochissime copie.
Line Up:
– Nina Johansen / vocals, guitar
– Rune Walle / vocals, guitar, sitar
– Satnam Singh / bamboo flute, tablas, sarod, vocals
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