5 dischi di musica italiana che forse non conosci

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5 dischi di musica italiana che forse non conosci

Facile a dirsi, difficile a farsi, ovvio, è chiaro che alcuni di questi 5 dischi di musica italiana  sono di dominio comune, ma non tutti lo sono.

Ho scelto questi 5 dischi di musica italiana lontani ere siderali l’uno dall’altro, sia per struttura/genere, sia per timbrica, sia per età.

Compito per niente facile quello di andare a pescare cose non dico sconosciute, ma che comunque non sono d’uso propriamente comune.

Prince Faster.

5 dischi di musica italiana

Giorgio Lo Cascio – Cento Anni Ancora (1977)

Nato a Roma, Giorgio Lo Cascio esordisce in quello che è stato il fulcro della musica d’autore negli anni 70, il Folk Studio, li conosce Francesco De Gregori e Antonello Venditti (la loro amicizia continuerà fino agli ultimi giorni della sua vita).

E’ stato un poeta nobile e dalla scrittura intimista e “Cento Anni Ancora” è uno dei dischi più intensi di tutta la produzione cantautorale italiana.

Nonostante il disco sia uscito nel 1977, i testi sono ancora freschi e pieni di amore; nel disco suonano tra gli altri: Stefano Cerri, Roberto Colombo, Fabio Treves e Beppe Cantarelli, autore anche di brani di Mina, Banco del Mutuo Soccorso, collabora con Stevie Wonder, Aretha Franklin e molti altri.

Giorgio Lo Cascio aveva quella rara dose di sintesi che ti permetteva di entrare a capofitto nella sua poetica.

In quel periodo ho avuto la fortuna di condividere con lui momenti davvero piacevoli, tra concerti e lunghe chiacchierate alla radio.

Lo ricordo come persona semplice, solare e trasparente nelle cose che faceva, Giorgio era una persona davvero speciale, ma soprattutto era un galantuomo.

Giorgio Lo Cascio ha scritto 5 dischi, muore a soli 49 anni il 25 febbraio 2001.

Ascoltalo in alta qualità qui.

5 dischi italiani

Pi Greco – Il Rasoio di Occam (2022)

Sono in due+uno, sono di Roma e sono bravi, Riccardo Galati e Tiziano Farinacci hanno costruito questo progetto nel 2019 e “Il Rasoio di Occam” è il loro esordio.

Il disco si insinua in contesti e anfratti musicali diversi, e parliamo di post punk con derivazioni dal vago profumo sperimentale (L’Ultimo Treno) e sfumature hip hop appena accennate.

“Il Rasoio di Occam” è senza dubbio un lavoro dai tratti claustrofobici e sospesi come una mongolfiera che va alla deriva, a volte senza speranza ma che lascia una possibile soluzione alle tante lacerazioni quotidiane.

Il disco non ha alcuna sbavatura o calo di tensione, i testi sono coerenti con le dinamiche musicali che solcano profonde tutto il disco.

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Lucio Dalla (e gli idoli) – 1999 (1966)

Basterebbe solo ascoltare l’intro del disco per capire che nel 1966 Lucio Dalla era avanti ere siderali dal resto del mondo, una versione velocizzata di I Got You che poi verrà estesa nel brano “I Got You” di (James Brown), dove le parole del testo sono completamente inventate.

Ma il momento cardine di questo primo 33 giri di Lucio Dalla è “L.S.D.” che fu, forse, il primo brano nella storia della musica italiana a parlare della nota sostanza psichedelica, e il mood musicale è in linea con il tema trattato.

Nel disco trovano posto anche famosissima Paff Bum!, poi la versione italiana di “Remember (Walking in the Sand)” e Mondo Di Uomini” cover di It’s a Man’s Man’s Man’s World.

E’ chiaro che il disco gira sulle note del “Bitt” italiano dell’epoca, anche se già si intravedono alcune follie che nel corso degli anni diventeranno capolavori musicali quali:

“Il giorno aveva cinque teste”, “Anidride solforosa” e “Automobili”, tre dischi che segneranno inesorabilmente il corso della musica italiana degli anni 70.

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Anna Soares – Dionysus (2022)

Quarto dei 5 dischi di musica italiana che forse non conosci è un esordio, un bell’esordio per l’artista milanese Anna Soares.

Dionysus consta di 9 brani tutti rapportabili a tematiche tardo trip hop/glitch dilatatissimo, con inserti sperimentali riconducibili ad artisti quali Nosaj Thing o Lapalux, ma l’imprinting è decisamente Massive Attack.

Il lavoro è una espansione espressiva “minimal”, condito da una buona dose di originalità e grazia, forse un po troppo “sospeso” dove alcune scelte timbriche lo rendono un po troppo prevedibile, I colori dei suoni appaiono però freschi e fanno ben sperare, tenendo presente che questo per l’artista lombarda è un esordio con quindi, ampi magrini di miglioramento.

Ascoltalo in alta qualità qui.

Blindur – Exit (2022)

E’ il terzo disco solista di Massimo De Vita (Blindur), Exit è davvero un ottimo album, scritto in maniera intensa e ricco di storie a volta allucinate.

E’ un disco dedito al cantautorato dei giorni nostri che però insegue aspetti poco praticati, seppur cavalcando su territori ben conosciuti, Blindur non indugia troppo sulla prosa ma preferisce mostrare la parte oscura e meno visibile della narrazione, dove il racconto diventa un affresco di vita.

Nel disco c’è un cameo d’eccezione J. Mascis dei Dinosaur Jr, partecipano inoltre: Roberto Angelini, Rodrigo D’Erasmo e l’artista bolognese Honeybird.

Ascoltalo in alta qualità qui.

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