Avete presente quando un cataclisma vi travolge!? immagino di no per vostra fortuna.
La sensazione che però ho avuto nell’ascoltare “Machina Dei“, con tutta probabilità si potrebbe avvicinare all’esperienza cataclismatica.
I brindisini Gardenjia in questo secondo album abbandonano, perlomeno in parte, la tecnica ipertrofica che li aveva contraddistinti in “In Dreams” e iniziano un percorso evolutivo/mutazionale teso a stravolgere il concetto stesso di virtuosismo musicale fine a se stesso, e quindi da formazione prettamente metal ortodossa vicina a band tipo SikTh o Animals As Leaders, affrontano una nuova tematica musicale che è quella dell’uso di frammentazioni e partiture decisamente aliene, inoltre in “Machina Dei” persiste una definizione più netta del progetto.
Emblematiche sono ad esempio le tracce 2, 6, 11 che a mio avviso sono dei punti fermi imperativi.
Vanno inoltre segnalate alcune splendide versioni di: “Calling You” di Javetta Steele, e Viento e Terra” di Pino Daniele, brani pubblicati nel 2017.
“Machina Dei” è davvero l’apoteosi dell’evoluzionismo metal.
Prince Faster
https://www.facebook.com/GARDENJIA
Gardenjia Line Up:
Giuseppe Miglietta: guitars, synths
Antonio Martire:drums synths
Raffaele Galasso: voice, guitars, synths, mix\mastering