Ushuaia & The Wanderlust Orchestra pubblica “End Of The World”

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Ushuaia & The Wanderlust Orchestra

«Ushuaia, il globetrotter che ha coniato un nuovo termine per descrivere la sua musica: Geo-Music. “End Of The World” (insieme alla sua versione strumentale) è il suo album d’esordio: un manifesto del nomadismo digitale tradotto in musica.

Un album lungo 100.000 miglia, dalla Patagonia all’Alaska!»

Ushuaia & The Wanderlust Orchestra

Ushuaia è un compositore, produttore e polistrumentista. Ma soprattutto è un globetrotter, affascinato da una filosofia di viaggio d’altri tempi, quando GPS e smartphone non esistevano ancora e ogni esplorazione era una vera avventura. I suoi generi musicali spaziano dal Folk all’Elettronica, dall’Hip Hop all’Orchestrale, dal Soul al Jazz, tutti legati dal concetto di Geo-Music.

Geo-Music è una definizione ben diversa da World Music. Le composizioni di Ushuaia sono tutte basate sui suoi viaggi intorno al mondo e sulle esperienze raccolte durante questi viaggi. Ogni luogo ha la sua atmosfera, ogni luogo ha il suo suono particolare. Inoltre, tutti i testi e tutte le note delle sue canzoni hanno una storia precisa, ispirati da un’esperienza particolare vissuta nei luoghi in cui i brani sono ambientati.

Ambientato è il termine migliore per parlare delle composizioni di Ushuaia, perché il suo sound ha un DNA molto cinematografico, l’attitudine sinestetica a creare immagini attraverso la musica, trasportando l’ascoltatore in un viaggio sonoro e incoraggiandolo a partire verso nuove esperienze.

La Wanderlust Orchestra rappresenta il compagno di viaggio di Ushuaia nel suo percorso musicale. Un ensemble fluido in tutto il mondo, figlio dell’era del nomadismo digitale. I suoi membri cambiano costantemente in base al suono dell’album successivo, del brano successivo, ma sempre composti da persone incontrate da Ushuaia lungo il suo cammino.

End Of The World & End Of The World Instrumental

End Of The World si riferisce alla città abitata più a sud del mondo: una piccola città all’estremità meridionale della Terra del Fuoco chiamata Ushuaia. Ma anche se questo piccolo villaggio della Patagonia è conosciuto come “Fin Del Mundo”, è solo una delle tante estremità del mondo sparse per il globo. Il concept dell’album è nato durante un viaggio di un anno attraverso l’intero continente americano, dalla Patagonia all’Alaska e (quasi) tutto ciò che sta nel mezzo. Più di 100.000 miglia percorse dall’artista con i più svariati mezzi di trasporto, dall’autostop alle barche a vela, dalle navi cargo alle motociclette.

Ecco perché “End Of The World” è una tale miscellanea sonora: perché ogni canzone ha le sue precise coordinate GPS, luoghi in cui Ushuaia ha vissuto esperienze che hanno segnato particolarmente il suo viaggio. Così l’ascoltatore viene trasportato in un’esplorazione sonora dal canto delle sirene della Patagonia, da una tromba cool jazz suonata in una segheria abbandonata di New Orleans, dalle percussioni tribali di Rio De Janeiro, da un banjo notturno suonato lungo le mangrovie del Bayou e da molte altre influenze musicali che si intrecciano in ogni brano.

L’album è concettualmente diviso in due capitoli. Il primo, intitolato “Far From Any Roads”, è ispirato ai grandi spazi aperti come scogliere, deserti, oceani e pianure infinite. Il suo suono è un mix inaspettato di indie, folk ed elettronica, dove gli strati di synth si mescolano a strumenti acustici grezzi. Il secondo capitolo, “Concrete Jungles”, è dedicato alle grandi città. Il suono diventa più urbano, spaziando dall’Hip Hop all’RnB e dalla Ballata al Soul.

8 mesi dopo è uscita la versione strumentale di”End Of The World”. Non solo una semplice esportazione dei brani senza tracce di voci, ma un’edizione deluxe in cui, in ogni canzone, nuovi assoli strumentali arricchiscono ogni singolo brano. Inoltre due brani sono stati completamente riarrangiati: “There’s a Parade in Bywater” suonata da un ensemble di ottoni, la Magicaboola marching band, in puro stile parata di New Orleans e “Once Upon A Time in Harlem” rieseguita da un’orchestra sinfonica. Questa versione strumentale dell’album, ancor più dell’originale, porta gli ascoltatori in una dimensione da colonna sonora cinematografica.

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