La cover che suona Lou Reed è terribile. In un primo momento ho pensato ad un fake, uno scherzo di qualche
bontempone, e invece no, è tutto vero ed è testimoniato all’interno di una compilation dove alcuni musicisti si cimentano e si dannano l’anima per omaggiare con alcune canzoni leggendarie l’artista Peter Gabriel.
La compilazione si chiama “And I’ll Scratch Yours” uscità il 24 settembre, è in realtà la seconda (e speriamo ultima) parte di un progetto che risale al 2010 “Scratch My Back”.
Sinceramente non capisco l’utilità di una cosa del genere tanto più che le canzoni che reinterpretano i musicisti coinvolti in tale bizzarria non aggiungono assolutamente nulla alle già inarrivabili opere scritte da Gabriel, è più che altro un esercizio di stile mal riuscito che lascia chi scrive privo di ogni giustificazione logica. Soldi? non credo, penso che Gabriel sia già enormemente ricco; marchetta per il nuovo tour? non penso ci sia bisogno di una porcheria del genere per lanciare un “Sold out” tour di Gabriel con la formazione originale e che non suonava insieme da 25 anni con Tony Levin, Manu Katchè e soci.
il disco come dicevo è uno sterile esercizio di stile, una corsa a chi avrebbe fatto la cover più strana e più brutta, ha vinto il povero Lou Reed che evidentemente dopo la disastrosa dis-avventura insieme ai Metallica non si deve essere è più ripreso, qui però ce la mette davvero tutta per devastare un capolavoro come Solsbury Hill.
Dal disastro si salvano Arcade Fire, Bon Iver, e forse Elbow con Joseph Arthur, evidentemente il buon Gabriel, musicalmente parlando non ha più nulla da dire visto che sono oltre venti anni che non fa un nuovo disco, però si diletta a comporre strane compilazioni o rifacimenti di suoi lavori con orchestra.
Hanno declinato l’invito i Radiohead e Neil Young, i ragazzi ci hanno visto lungo.