Lo scorso anno pubblicò “Aromanticism”, un disco che ti sbatte da una parte all’altra del mondo, dalla sua terra d’origine, il Gana, fino alla Los Angeles più oscura.
E si, ricorda anche Thom Yorke in un ipotetico duetto con Nina Simone, “Aromanticism” vedeva anche la presenza di Paris Strother e di Thundercat.
Questo è un nuovo brano incredibilmente ispirato, che però non compare nel suo disco d’esordio, un giocoso approccio che ricorda lontanamente lo “scat”; Moses Sumney usa tre microfoni ed un recorder per cantare le basi del brano su cui poi gigioneggierà con molta perizia.
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Racconta Moses Sumney
“In un estratto dal Simposio di Platone , Aristofane racconta le origini dell’amore. Secondo la sua mitologia greca, gli umani erano una volta a quattro zampe, con quattro braccia e con due sessi. Temendo che gli esseri umani diventassero troppo potenti, la divinità Zeus li tagliò a metà, lasciando le loro teste rivolte verso l’interno in modo da poter misurare eternamente le assenze dei loro corpi. Erano quindi condannati a sentirsi incompleti finché non trovarono le loro altre metà. E quando lo facevano, si abbracciavano a vicenda e tessevano la loro carne nel tentativo di diventare di nuovo uno.
Nella Genesi della Bibbia , dopo aver creato Adamo (il prototipo), Dio si rende conto che richiede un compagno. Strappa una costola dal corpo di Adamo e genera Eva, un compagno permanente per tutta la vita.
Molte delle storie sull’origine della nostra specie stabiliscono questo modello per la convivenza – che ogni corpo ha un corpo uguale e opposto, un compagno destinato senza il quale siamo incompleti. Il nostro moderno costrutto di romanticismo sostiene ancora questo paradigma; l’amore romantico è il premio fondamentale dell’esistenza. Ma cosa succede se non riesco ad accedere a quel premio?”