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Black Midi ecco la recensione del nuovo album Cavalcade

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Black Midi ecco la recensione del nuovo album Cavalcade
black midi Cavalcade

Decisamente inatteso trovarsi innanzi, nel 2021, nel pieno del digitalismo sonoro del “hyperpop” scatenato dalla reclusione da Covid, a un gruppo di musica per “chitarre” come i Black Midi, con un suono così dirompente e fresco malgrado i forti riferimenti al passato.
Nato nel 2017 Il quartetto londinese ha pubblicato un album nel 2019 su Rough Trade “Schlagenheim” che li aveva fatti notare per la spinta ritmica, le derive di improvvisazione schizzata e la ricchezza della tavolozza sonora.

Nel sound di Black Midi coesistono varie influenze “classiche” rielaborate in uno stile omogeneo.

Non siamo difronte a un caso di “retromania” piuttosto a un passo avanti rispetto ad alcuni processi evolutivi che un certo rock aveva lasciato in sospeso negli anni ’90.
Una ri-contestualizzazione di alcune formule accennate nel prog e nella new wave riportate a un approccio più contemporaneo senza formalismi e schematismi da revival celebrativo.
Sono rintracciabili degli incroci ritmico-minimali fatti da chitarre incastrate stile King Crimson, scatti nervosi alla Primus o free alla Zorn, irregolarità ritmiche e cambi improvvisi nelle strutture e una vocalità inusuale che riporta a interpreti di una certa new wave più sperimentale come i Pere Ubu.

Il sound dei Black Midi su “Cavalcade” si è ulteriormente raffinato con una maggiore varietà di sviluppi espressivi e una maggiore coesione anche dovuta al cambio di line-up successivo all’incidente che ha costretto al ritiro il chitarrista Matt Kwasniewski-Kelvin e all’ingresso del sassofonista Kaidi Akinnibi.

Black Midi – Cavalcade

La proposta dei brani dell’album è eterogenea va da tracce nervose e scatenate ma ritmicamente irregolari come il brano d’apertura “John L” a ballad surreali come “Marlene Dietrich” dove la voce del cantante Geordie Greep si mette in gioco in un brano caldo e sinuoso.

“Chondromalacia Patella” si apre come una specie di “Neal and Jack and me…” (da “Beat” dei King Crimson, 1982) e si percepisce un occasionale barrito di chitarra che ricorda “Elephant Talk” (da “Discipline” dei King Crimson, 1981) ma con un piglio decisamente più sporco e aggressivo. La sezione cantata centrale è improvvisamente rilassata ma il brano si sviluppa su un tempo nevrotico e sincopato.

Black Midi – Slow

“Slow” prende una via improvvisamente “jazzata”, altro brano articolato nella struttura, con aperture tendenti a una sorta di free-jazz prog-punk cantato dal bassista Cameron Picton.
Continua il “minestrone” stilistico dei Black Midi su “Diamond Stuff” che si apre pianissimo su in incastro minimale di strumenti a corda, è ancora Picton a cantare sottovoce su questo brano sospeso e aereo che prende consistenza ritmica in coda.

“Dethroned”

si regge su un sincopato ritmo di batteria dall’andamento vagamente funk e su chitarre distorte rumoriste,” Hogwash and Balderdash” sta fra “Neurotica” (“Beat”, King Crimson, 1982) e un rumorismo schizzato no-wave zorniano. Chiude l’album “Ascending Forth” una drammatica ballata semiacustica dalla struttura articolata , una vera minisuite, una specie di “Supper’s Ready” che raggiunge quasi i 10 minuti di durata.

Malgrado i punti di contatto con generi di rock classico la voce di Greep e lo sviluppo melodico dei brani riescono a creare un contesto originale riuscendo ad evitare scivoloni imitativi. I testi sono inquadrati in una specie di concept dove una successione di personaggi si raccontano.

Cavalcade” è un disco complesso da decifrare, iper-schizzato e travolgente, dinamico ma serrato, tecnico ma immediato.

I Black Midi manipolano idee e formule radicate nel passato e si presentano come una formazione experimental-rock in cui il suono delle chitarre predomina ma propongo una formula originale e pulsante, energetica e varia, incentrata sulle ritmiche più selvagge ma su una scrittura intelligente e raffinata, un capitolo importante della loro carriera di cui si annunciano presto nuovi sviluppi discografici e sicuramente uno dei dischi più interessanti del 2021.

Alex “Amptek” Marenga

01. John L (05:13)
02. Marlene Dietrich (02:53)
03. Chondromalacia Patella (04:49)
04. Slow (05:37)
05. Diamond Stuff (06:20)
06. Dethroned (05:02)
07. Hogwash and Balderdash (02:32)
08. Ascending Forth (09:53)