Ci risiamo, lo stato si accanisce ancora una volta sulle sigarette elettroniche.
Lo Stato, diciamocelo, per far cassa oramai si accanisce su qualunque cosa, tasse, tasse fortissimamente tasse.
Ho fatto una piccola ricerca in merito digitando semplicemente su google le parole “tasse assurde”, eccone alcune.
Tassa sull’ombra: Se con la sporgenza della tenda di un locale, il proprietario “invade” il suolo pubblico deve pagare l’imposta per occupazione di suolo pubblico.
Tassa sulle paludi:Nasce nel 1904 da un regio decreto che prevedeva il pagamento di un contributo per la bonifica delle paludi che diventavano terre coltivabili. Intanto si continua a pagare.
Imposta sull’uscita di casa: E’ la tassa sui passi carrai che ricorda le imposte medievali ma nasce nel 1997. In legge finanziaria il Governo diminuì i fondi all’Anas consentendogli però al contempo di “rifarsi” sui cittadini.
Tassa sui gradini: che grava sui proprietari di case che hanno i gradini d’ingresso sulla pubblica via,
Tassa sulle suppliche che colpisce chi le istanze, petizioni, ricorsi, e relative memorie diretti agli uffici dell’amministrazione dello Stato tendenti ad ottenere l’emanazione di un provvedimento.
Sono tutte vere e tutte applicate.
Ce ne sono una infinità, fino ad arrivare alla tassa per la guerra in Abissinia, o quella per il disastro del Vajont ecc..
Figuriamoci se lo stato non avesse pensato a metter bocca (è proprio il caso di dirlo) sulle sigarette elettroniche.
Un po di storia:
Siamo nel 2012, è un pò l’anno zero; anno in cui esplode in Italia la mania della sigaretta elettronica, tutti la vogliono perchè nessuno sa cos’è, tutti credono che con la sigaretta elettronica si possa smettere di fumare, ma non è esattamente così.
La sigaretta elettronica nasce ufficialmente nel 1963, o meglio, il primo brevetto venne depositato da un americano, tal Herbert A. Gilbert . Il brevetto restò li per circa 40 anni, poi nel 2003 fu un cinese, tal Hon Lik a ritirar fuori questo strano apparecchio elettronico rendendolo commerciabile.
Un surrogato della sigaretta elettronica veniva distribuito da alcune linee aeree coreane e giapponesi, siamo nel 2008, la sigaretta elettronica nel corso dei suoi pochi anni di vita venne modificata e tecnologicamente sviluppata.
Nel 2010 viene venduta in Giappone e in America, è ancora una sorta di embrione, ma un anno dopo, ecco che diventa una sorta di status symbol e in Italia, tra il 2011 e il 2012 esplode la mania della sigaretta elettronica.
Aprono rivendite e negozi di sigarette elettroniche come funghi, ce ne sono centinaia, e vendono, vendono come poche cose in quel periodo, creano posti di lavoro, creano fatturato, creano potenziali introiti. Molti smettono di fumare le sigarette tradizionali, e tra il 2012 e il 2013 l’AAMS, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli si ritrova con un passivo di oltre il 20% di sigarette invendute per cui deve correre ai ripari vista la montagna di soldi che perde a scapito delle E-Cig.
Inizia una campagna diffamatoria che non ha precedenti nella storia repubblicana; “Le sigarette elettroniche scoppiano, le sigarette elettroniche uccidono i bambini, insomma è una vera e propria caccia alle streghe.
Ma non finisce qui, nel 2013 per arginare l’emorragia di soldi e di sigarette non vendute, lo stato vieta di “svapare” nei locali pubblici, nelle scuole ecc.. , la cosa non regge, e a novembre Cade l’assurdo divieto che era stato imposto nel decreto di Giugno sull’IMU, ma nello stesso anno lo Stato prosegue la sua personalissima battaglia contro le E-Cig e piazza una tassa sulla sigaretta elettronica che si sarebbe dovuta aggirare intorno al 58%, ma fa un errore, perchè mette l’imposta su un apparecchio elettronico, o meglio su una semplice batteria, la cosa non regge, e la tassa viene tolta.
Intanto in Italia smettono di fumare tra il 10 e il 20 % di tabagisti, ma per via anche della campagna terroristica che viene fatta sulle E-Cig, chiudono oltre 4000 esercizi commerciali.
E finalmente arriviamo ai giorni nostri cioè al Natale 2014 quando nel decreto “Omnibus” viene piazzata di nuovo la tassazione sulle sigarette elettroniche, però questa volta lo stato si fa più furbo perchè non tassa più gli apparecchi elettronici, bensì tassa i liquidi, ma solo quelli che contengono una percentuale anche minima di nicotina (gli altri no), in pratica è come se lo stato avesse l’esclusiva sulla nicotina; vediamo nel dettaglio.
Decreto legislativo numero 23: l’Agenzia dei Monopoli ha fissato l’attesa equivalenza tra liquidi da svapo e sigarette tradizionali.
Liquidi da inalazione è fissata in 0,333 euro il millilitro, corrispondente ad una equivalenza di 1 millilitro con cinque sigarette”. Significa che sulla ricarica da 10 millilitri peserà una imposta di consumo da 3,33 euro, cui si somma l’Iva.
Quindi se prima una confezione di liquido per E-Cig su internet costava dai 4 ai 5-6 euri a seconda delle marche, oggi il prezzo varia dai 9 a 12 euro.
Attenzione, come scrivevo sopra questo aumento vale solo ed esclusivamente per i liquidi contenenti una percentuale seppur minima di nicotina, in altri termini lo stato è divenuto di colpo proprietario della nicotina !
Ora, come tutti sappiamo la nicotina è presente in quantità anche nei: pomodori, patate, melanzane e peperoni, ci aspettiamo quindi una bella tassa anche su: pomodori, patate, melanzane ed peperoni, a quel punto aspettiamo la rivolta dei vegani!!!
Umberto Veronesi, oncologo di fama internazionale e forse il più acerrimo nemico delle multinazionali del tabacco, in merito alle E-Cig afferma questo, e questo, e ci si mette anche la rivista scientifica “Nature” che appoggia le dichiarazioni di Veronesi .
Buone svapate a tutti
Prince Faster
http://video.repubblica.it/cronaca/veronesi-la-sigaretta-elettronica-e-innocua/178596/177358