P.I.L. la crescita non prima del 2014.

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Il presidente dell’Istat Enrico Giovannini ha dichiarato che per metà del 2013 è prevista

un’inversione nella tendenza decrescente del Pil, tuttavia per i primi cenni di miglioramento si dovrà attendere il 2014.Gli incrementi infatti saranno assorbiti, nell’immediato, dalla produttività e dalla forza lavoro esistente.
Il rapporto Censis 2012 afferma che i disoccupati in Italia sono 2.753.000, rivelando in cifre la maggior piaga della crisi. Giovani laureati si dedicano ad attività per le quali è richiesto il diploma di scuola superiore, con prospettive future critiche in termini di inserimento nel mercato del lavoro, acquisizione di professionalità, reddito e contributi versati; problema di fondamentale importanza in un Paese in cui una ristretta base piramidale dovrà sostenere una ben maggiore percentuale di forza lavoro inattiva.

Tuttavia, l’effetto perdurante della crisi ha innescato una spinta attiva alla ricerca di un lavoro da parte delle donne le quali costituiscono l’80% dei partecipanti al concorsone per la scuola, smentendo la peculiarità italiana in termini di occupazione femminile in ambito europeo.

I dati scoraggianti riguardo il mercato del lavoro sono, quindi, parzialmente compensati dall’ingresso nella ricerca attiva di soggetti “nuovi”.

Il mercato del lavoro odierno si sta orientando verso professionalità nuove e spesso non esistenti, legate soprattutto al settore dei servizi, in costante aumento, allo sviluppo tecnologico e alle nuove modalità di consumo. Va detto, tuttavia, che sul mercato esistono risorse, dotate di professionalità, che non sono in grado di valutare la loro capacità di offrire un contributo effettivo. Occorre, quindi, lavorare sulle modalità di individuazione e di incontro di domanda e offerta di lavoro, le quali, anche nelle condizioni attuali, potrebbero costituire un contributo alla crescita occupazionale.

Ilaria De Pasquale da IBTIMES