Ridurre in forma di coriandolo la musica, renderla talmente minimale che diventa piacevole immaginarla assieme a chi la suona sembra essere lo sport del momento non c’è dubbio, ma è un bene credetemi.
Avete presente un trita documenti? ecco, ci sono momenti storici in cui frammentare, smontare, scorporare le più leggendarie forme musicali è una mano santa, si ricostruisca, si rigeneri, si pongano le basi per una nuova via se quella via è una strada tracciata da quasi un secolo, perchè se quella strada è percorsa da milioni di musicisti vuol dire che attraverso di essa si può cammina bene ed in sicurezza finchè un giorno non arriva qualcuno che inizia a percorrerne un altra partendo però da quella maestra dirigendosi verso territori che racchiudono nuovi mondi.
Lapalux 25 anni al secolo Stuart Howard è uno dei tanti, perchè tanti sono, ma pochi quelli che veramente riescono a raccontare un mondo con il minimo delle note, perchè il gioco è semplice e più è semplice e maggiore è la difficoltà che si incontra nel fare qualcosa di davvero originale e che sia spiritualmente apprezzabile.
Nostalchic è un gran buon disco che appassiona perchè ci sono buone intuizioni scritte con grande sentimento, e poi Lapalux è accompagnato da ottime amiche come la bravissima vocalist canadese Jenna Andrews o Kerry Leatham di lei ricordo la bella versione di “Love Will Till Us Apart” dei Joy Division, splendida è ad esempio la cover di Astrid Williamson “Dance” .
C’è poco da dire visto che il lavoro è stato curato nei minimi particolari come la scelta azzeccatissima delle voci che trovo perfettamente calzanti e a loro agio seppure inserite in contesti non propriamente loro, ma è grande la sensibilità e l’intuito di Lapalux che inserisce come tessere in un mosaico che compone brano dopo brano arrivando fino al suo completamento con “Walking Words”